Lunedì, 16 Novembre 2015 00:00
Iridologia: che cos'è, a cosa serve e dove si può studiare.
Oggi parliamo di Iridologia con la Dottoressa Ludovica Fedi, esperta in materia. La dottoressa Fedi, laureatasi con 110 in Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Firenze, è regolarmente iscritta all’Associazione Iridologica Italiana Assiri presso la quale, dal 2013, è docente del corso avanzato di Iridologia. Esperta in naturopatia, alimentazione naturale e vegetariana e Ossigeno-Ozono Terapia, esecutrice di test per le intolleranze alimentari sul sangue, ha inoltre conseguito un Master di II° livello in Fitoterapia Clinica.
Dottoressa Fedi, che cos’è l’iridologia?
Il termine iridologia letteralmente significa “studio e trattazione dei significati dell’iride”, ovvero l’osservazione dei segni (variazioni di colore, forma eccetera) presenti nella parte colorata dell’occhio. L’iride riproduce al suo interno la mappa topografica dell’intero corpo umano e l’osservazione delle variazioni di forma e colore presenti in determinati punti dell’iride permette di identificare punti deboli dell’organismo, la sede e la natura di sintomi presenti in altre parti del corpo, la predisposizione a contrarre un particolare disturbo nel tempo, l’accumulo di tossine. L’iridologo, mettendo in relazione i segni che rileva nell’iride, ma anche nella pupilla e nella sclera, è in grado di stabilire la costituzione organica del soggetto, la sua vitalità, la capacità di reagire agli insulti che subisce sia fisicamente che psicologicamente, lo stato e la condizione dei suoi organi, la predisposizione costituzionale a sviluppare patologie in specifici settori del corpo, i diversi stadi di infiammazione, il grado di intossicazione, la vulnerabilità allo stress, le potenzialità di recupero, in definitiva le profonde cause di un disturbo e lo stato globale di salute di una persona. Nell’enciclopedia medica Larousse troviamo scritto: “Attraverso l’esame dell’iride è possibile determinare la sede e la natura dei disturbi presenti in altre parti del corpo. L’iride, in effetti, è in comunicazione con il sistema cerebro spinale, così che qualsiasi alterazione dell’equilibrio ne modifica la struttura sotto forma di macchie, segni, colorazioni, alterazioni del pigmento eccetera”.
Quando e dove nasce l'Iridologia? È vero che ha radici molto antiche? Pare che, già nell’antico Egitto, l’osservazione dell’iride venisse messa in relazione con alcune malattie. Secondo la cultura egiziana, infatti, l’occhio rappresenta per l’uomo ciò che il sole rappresenta per il sistema solare. Ma anche la Medicina Tradizionale Cinese mette in correlazione l’iride e la salute psico-fisica dell’uomo.
L’iridologia ha origini antichissime secondo alcuni autori già 400 anni prima di Cristo si utilizzavano i segni presenti nell’occhio per cogliere gli aspetti della personalità e funzionalità dell’organismo. Risale a 3600 anni fa “l’occhio di Dio” ovvero il simbolo iconografico costituito dal triangolo con all’interno un cerchio, questa parola nell’antico alfabeto Fenicio significa “l’Eternità, la Luce, l’Intellettualità, introdotta in un corpo convesso, oscuro, tenebroso (ovvero l’occhio), per poter portare nella manifestazione gli organi del corpo” confermando così le origini antiche dell’iridologia. Nella cultura Egizia il mito e culto dell’Occhio di Horus, figlio di Iside e di Osiride, rappresentava “il simbolo dell’eterna lotta tra la luce e l’oscurità, assumendo funzioni adiuvanti di Dio della salute e del benessere contro le tenebre del male e della malattia”. Ritroviamo osservazioni sull’occhio in antiche opere di Medicina indiana (Ayurvedica) e Cinese risalenti al 2000 a.C., nella medicina tibetana alla fine del II millennio A.C . Negli scritti di Ippocrate (460 ca-377ca a.C.), medico greco considerato il padre della medicina, si rinvengono tracce dell’uso dell'iridologia quale strumento diagnostico e possiamo leggere: “Come sono forti gli occhi, così il corpo; e il colore può tendere al meglio o al peggio”. Citazioni su possibili interpretazioni iridologiche sono contenute nei testi Sacri della cultura Ebraica antica (VIII sec. a. C.) dove è riportato: “Nelle future generazioni, nessuno dei tuoi discendenti, se con un piede o una mano fratturati, se gracile e con schiena curva o una macchia nell’occhio, potrà avvicinarsi all’altare per offrire sacrifici all’Eterno, poiché ha un difetto fisico” (Leviticus 21, 17-20). Nella Bibbia, ed in particolar modo nel Vangelo, leggiamo: “La lucerna del tuo corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è terso (chiaro), tutto il tuo corpo sarà illuminato. Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre” (Mt 6,22). In epoca più recente Paracelso (1493-1541), medico e alchimista, pronunciò uno dei principi base dell'iridologia: "Considerate l’occhio, con quale arte sia costruito e con quanta mirabile finezza il corpo abbia impresso la propria anatomia nella sua immagine”.
È corretto dire che l’iridologia è in grado di indicare quali organi sono malati, ma non quale tipo di patologia li colpisce?
L’osservazione dell’iride assolutamente non consente di fare diagnosi. Tengo molto a spiegare, durante ogni visita, che quello che si può rilevare può essere, ad esempio, un’alterazione più o meno importante a carico dell’intestino, ma non si potrà certo dire se si tratta di morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa: sarà la sintomatologia del paziente e gli eventuali esami clinici ad indirizzarmi come medico sulla patologia. In definitiva l’osservazione dell’iride non può sostituirsi ad un esame strumentale come una TAC o un’ecografia. Quello che permette, però, è di valutare la condizione generale dell’intero organismo da un punto di vista fisico ma anche psichico, valutare le condizioni dei vari organi deputati alla disintossicazione (intestino, polmoni, fegato, reni e pelle) in modo da poter indirizzare la terapia sostenendo l’organo emuntore più debole. Per esempio di fronte ad un problema di pelle come un’eczema, una psoriasi o l’acne, sicuramente c’è un sovraccarico di lavoro da parte della pelle che cerca di eliminare tossine, ma da dove arrivano queste tossine? Potrebbero provenire da un’alimentazione scorretta ma anche da un organo che non è in grado di svolgere bene il proprio ruolo, allora l’iride mi darà un valido aiuto per identificare tossine che per esempio dallo stomaco o dall’intestino si riversano nel torrente ematico oppure un fegato che non è in grado di smaltirle in modo efficiente o un rene che non è in grado di eliminarle del tutto. La cura naturale disintossicante ovviamente sarà diversa a seconda dei casi, e sarà rivolta a sfiammare lo stomaco o a migliorare la funzionalità dell’intestino o a sostenere il fegato o i reni anche in assenza di altri sintomi da parte del paziente. La diagnosi di patologia è stata fatta con l’osservazione diretta della pelle colpita e non certamente dall’iride, ma l’osservazione dell’iride avrà indirizzato la cura naturale più adatta per quel paziente affetto da eczema o acne!!!
In che modo lo studio dell’iride può indagare anche lo stato di salute psicologica, e non solo fisica, delle persone?
Vorrei utilizzare le parole di Salvatore Arcella: “Da sempre l’uomo osserva, rivela ed interpreta i segni presenti nelle iridi; l’uomo di istinto guarda negli occhi il proprio interlocutore, osserva gli occhi della gente che lo circonda. Questo perché gli occhi ci forniscono numerose informazioni sullo stato fisico e mentale dei nostri interlocutori, amici, nemici, eccetera: occhi tristi, cupi, sorridenti, slavati, sbarrati, opachi, stanchi, attenti, sgomenti, distratti, lucidi, terrorizzati… e si potrebbe continuare per un bel po’. Per questo sono definiti “lo specchio dell’anima” e per questo da sempre influiscono sui nostri rapporti, moderando o estremizzando le nostre azioni”. In realtà, oltre a questo, i segni presenti sull’iride possono essere interpretati sia su un piano fisico che psicologico, per esempio la corona mi dà informazioni riguardo alla parete intestinale, rappresenta un filtro attraverso il quale ciò che è stato introdotto all’interno (gli alimenti, ma anche le emozioni) devono essere selezionate tra ciò che fa bene, e quindi deve essere assorbito, e ciò che è nocivo e quindi dovrà essere eliminato. Una siepe integra permetterà il passaggio adeguato di tutte le energie che riceviamo dall’ambiente inanimato (luce, radiazioni, calore, colore, alimentazione) e animato (amore, simpatia, amicizia, riconoscimenti, gratificazioni, ira, collera); una corona assente non sarà in grado di svolgere questa funzione in maniera adeguata pertanto da un punto di vista fisico il soggetto soffrirà di disbiosi intestinali (l’intestino non filtra bene per cui va facilmente incontro ad infiammazioni favorendo il passaggio di tossine nel circolo ematico), da un punto di vista psicologico la persona che non presenta la corona, non essendo in grado di filtrare le emozioni (tra quelle negative e quelle positive), tenderà ad assorbirle tutte e quindi a stancarsi facilmente psichicamente, sarà irritabile, nervoso di umore variabile e potrà soffrire di disturbi psicosomatici. La mancanza della siepe, però, lo rende particolarmente empatico, ovvero in grado di comprendere l’animo dell’altro, assorbire gli stati d’animo delle altre persone. Questo significa capacità di comprenderle, ma anche riuscire a farsi capire: sarà un ottimo insegnante oppure un ottimo profilers.
Se una persona volesse studiare iridologia, quali scuole potrebbe frequentare? Quanto dura il percorso di studi? C’è bisogno di essere laureati in medicina come lei per frequentarle oppure no?
Molte scuole di naturopatia prevedono ore di formazione in iridologia. Io consiglio sempre, qualora si volesse praticare l’iridologia in Italia, di approfondire frequentando i corsi ASSIRI (Associazione Iridologica Italiana). L’ASSIRI segue gli insegnamenti di Rizzi, Karl, Ratti, Angherer, Deck (scuola tedesca) e soprattutto a quest’ultimo si deve l’elaborazione sistematica di un enorme volume di materiale pratico, l’esame critico delle osservazioni iridologiche confrontate con quelle cliniche. Deck ha definito la mappa iridologica (ovvero la proiezione degli organi sull’iride) sulla base del confronto tra i segni presenti sull’iride con esami strumentali, referti clinici, che egli stesso eseguiva presso la sua clinica. Da 28 anni l’ASSIRI cerca di incentivare gli interscambi culturali tra iridologi italiani, tedeschi, russi, spagnoli, francesi, svizzeri, inglesi, americani, promuovendo lo studio e la ricerca scientifica nell'ambito iridologico, cercando di costituire le basi di una “scienza” iridologica. Il percorso ASSIRI prevede due corsi di formazione (base e avanzato) della durata di 7 giorni (60 ore) ciascuno e seminari specialistici (totale 80 ore) ai quali può accedere chiunque sia interessato ad approfondire lo studio dell’iridologia dal medico, al farmacista, al geometra, all’insegnante di lettere.
Perché, secondo lei, la medicina ufficiale non attribuisce un valore scientifico alla diagnostica effettuata attraverso l’iridologia?
Lo studio dell’iride prevede l’osservazione di molti segni ed il mettere questi segni in relazione tra di loro, per cui risente della capacità e dell’esperienza dell’osservatore. In poche parole è un’osservazione soggettiva e non oggettiva, pertanto la medicina ufficiale non può riconoscerla. Così come ognuno di noi ha un aspetto fisico completamente unico e irripetibile, allo stesso modo lo saranno i suoi occhi, anche se con la mappa si sta cercando di dare valore alla proiezione degli organi sull’iride confrontando i segni ritrovati sui pazienti con le indagini strumentali effettuate (TAC, RMN, ecografie, gastroscopie, colonscopie). Comunque questi segni risentiranno anche della sfera emotiva del soggetto e non soltanto di quella fisica, ecco perché la corrispondenza ad oggi è stata riscontrata solo nell’80-85% dei casi, perché ci sono anche altri fattori che influiscono sull’espressione di una determinata patologia oltre alla genetica, alla familiarità ed alle tossine: bisogna infatti considerare anche l’ambiente circostante e le emozioni. L’iridologia deve essere vista come un’arma in più a disposizione dell’operatore della salute per indirizzare il proprio assistito ad una maggiore consapevolezza di sé, aiutarlo in un cammino di crescita, sia da un punto di vista fisico che psichico.
Come si svolge l’analisi dell’iride? Con quali tipi di apparecchiature? È un esame in qualche modo invasivo, fastidioso o che può risultare nocivo per chi vi si sottopone?
L’osservazione dell’iride prevede l’ingrandimento dell’occhio attraverso l’utilizzo di una semplice lente di ingrandimento dotata di luce – metodo rapido e diretto, ma che ingrandisce poco e non permette di fotografare l’immagine – oppure si può usare una macchina fotografica con obbiettivo Macro ed un sistema di illuminazione che permetta di illuminare bene l’iride (tipo sistema iridigit). Gli iridologi medici possono usare una lampada a fessura dotata di telecamera collegata ad un computer, che permette di fare ingrandimenti notevoli. Il metodo di rilevazione dell’iride è pertanto assolutamente non invasivo, non nocivo e nemmeno fastidioso.
Quali sono gli elementi che valuta durante la visita iridologica di una persona sana/malata?
La visita iridologica in realtà prevede l’osservazione di tutto l’occhio: le palpebre con eventuali accumuli, depositi di colore, la sclera con i suoi vasi (la loro forma e posizione rispetto all’iride), i depositi di grasso o colorazioni gialle. Poi si passa all’osservazione di deformazioni, allargamenti, restringimenti, variazioni di colore o di forma, pigmentazioni aggiunte dell’iride iniziando dalla pupilla (espressione della colonna vertebrale), il margine pupillare, specchio del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario, poi la zona pupillare, quella che dalla pupilla arriva fino alla corona ( bordo che delimita le due grandi zone dell’iride, quella pupillare e quella ciliare), che dà informazioni riguardo all’apparato gastroenterico; la corona, espressione della parete intestinale (intesa come flora intestinale e sintesi di vitamine), sistema nervoso autonomo, ghiandole esocrine, sangue e sistema immunitario; l’anello esterno alla corona, espressione delle ghiandole endocrine; la zona ciliare, espressione degli organi interni e del connettivo. Infine, in prossimità del bordo irideo esterno, valuteremo le condizioni dell’anello linfatico e poi di quello cutaneo.
© Riproduzione riservata
Per contattare la Dottoressa Ludovica Fedi visitate il suo sito http://www.ludovicafedi.it/
Questa è la sezione del sito dedicataall’Iridologia: http://www.ludovicafedi.it/iridologo/
La Dottoressa ha citato alcune frasi tratte dai seguenti libri:
La Dottoressa ha citato alcune frasi tratte dai seguenti libri:
“L’iridologia nel tempo” Daniele Lo Rito, Marino Lusa; Edizioni Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G. Galilei” 2008.
“Iridologia dottrina e pragmatismo” Salvatore Arcella; Marrapese Editore 1999
Pubblicato in
Wellness